2 aprile 2016

Baska: Vela e Mala Luka

Scenari da isole anglosassoni, ma con roccia calcarea al posto dell'erba, e divertente parentesi di canyoning asciutto.

Partenza: Baska, Isola di Krk 0m
Punto più alto: 251m
Dislivello complessivo: 890m
Distanza: 16,6 Km
Tempo totale: circa 7,5h
Difficoltà: EE

21 febbraio 2016

Dorsale degli Asoloni

Partenza: località Finestròn 1270m
Punto più alto: Monte Grappa 1853m
Dislivello complessivo: circa 1000m
Distanza: 17,4 Km
Tempo totale: circa 7,5h
Difficoltà: EAI




Facile, ma lunga e faticosa escursione invernale che viene ampiamente ripagata dai continui e meravigliosi panorami di spazi aperti che ci accompagnano durante tutta l'ascensione. Le numerose perdite di quota fino al Rifugio Bassano, per un totale di 300m di dislivello, si fanno sentire sul fisico specialmente al ritorno, che, sommate allo scarso dislivello (tranne che per inizio e fine del percorso) comportando un impegno fisico quasi costante.
Il percorso era molto battuto e le ciaspe sono state indossate all'andata solamente dopo l'attraversamento della strada provinciale Cadorna, cosa che ha fatto risparmiare non poca fatica. Al ritorno invece la neve superficiale era fradicia, si sprofondava, e quindi si faceva meno fatica con le ciaspe ai piedi.
Si tratta quindi di un giro riservato solo ad escursionisti bene allenati fisicamente. Con giornata di sole, portare abbondanti razioni di acqua.

In località Finestròn non c'è spazio per molte macchine e quindi bisogna arrangiarsi anche a lasciarla a bordo strada. Un ampio tornante può essere tagliato con una ripida salita che conduce ad un'abitazione. Da qui si sale ripidi nel bosco, costeggiando a distanza un filo spinato che sale diritto fino all vetta del Col della Beretta con i suoi orrendi ripetitori (30min).
Da qui in poi è goduria panoramica costante. In breve si arriva anche al Monte Asolone (1h) da cui sarebbe possibile scendere per la dorsale parallela e fare un giro circolare breve.
Inizia ora l'interminabile sali e scendi attorno a quota 1500 fino ad oltrepassare la strada statale Cadorna (2,5h) ed affrontare la ripida ascesa di 200m fino a Cima Grappa ed al Rifugio Bassano (3,5h) dove ci siamo cambiati e rifocillati al riparo dal vento freddo e teso che spazzava la cima.
Per ritornare alla macchina ci abbiamo messo 2,5h, a conferma di quanto detto all'inizio.
Se ci fosse stata pure una giornata tersa in pianura, lo spettacolo sarebbe stato ulteriormente più bello.

 i ripetitori di Col della Beretta; sullo sfondo le cime dell'Altopiano di Asiago

 Dal Monte Asolone verso il Grappa

 Cima Grappa, ossario italiano

 da Cima Grappa si vede tutta la dorsale degli Asoloni da noi percorsa

 Cima d'Asta dal Monte Asolone

 Pale di San Martino

inizio del tramonto verso ovest con le foschie della pianura che risalgono le valli

Qui tutte le foto fatte

13 febbraio 2016

Monte Campomolon

Partenza: Val di Lanze, vicino a Fiorentini 1486m
Punto più alto: Monte Campomolon 1853m
Dislivello complessivo: 460m
Distanza: 10,5 Km
Tempo totale: circa 4,5h
Difficoltà: EAI


Gli spazzaneve in genere creano dei posti auto in prossimità del punto di partenza ed arrivo.
Problemi di orientamento dato che i segnali, con la neve, sono quasi inesistenti se non in prossimità dei bivi principali. Quindi seguire le tracce di qualcuno o chiedetemi la traccia GPS.
La prima parte della salita della Val di Lanze, segnavia 571, è tranquilla e senza problemi, dato che è tracciata parzialmente in bosco. Una volta arrivati in prossimità degli spazi aperti della stazione di partenza degli impianti sciistici, Baito Tomasella (che resta sulla destra), si corre il rischio di perdere eventuali tracce dato che la stradina tenderebbe a passare oltre la pista e sotto l'impianto a fune puntando verso destra per poi piegare a sinistra. Una volta passati sotto la seggiovia, conviene mantenere la direzione, restando in spazio aperto, tenendo il bosco a sinistra, fino a trovare un lungo muretto e poi salire più ripido in direzione dei Baiti Menegon fino a ricongiungersi alla stradina.


Baiti Menegon

Si traversa una radura in salita e si piega decisamente verso sinistra avvicinandosi al bosco dove si vede finalmente un segnale e l'evidente avvallamento della carrareccia che taglia il monte verso destra. Giunti in prossimità di un restringimento della valle, con dei manufatti a ponte, qui siamo andati verso sinistra su spazi aperti quando invece, forse, bisognava restare sulla destra, con un paio di tornanti, e costeggiare i margini del bosco. Per recuperare la traccia, infatti, abbiamo tagliato decisamente in salita verso destra fino a ritrovare la carrareccia che ci ha portato alla forcella tra il Coston d'Arsiero e la Cima Valbona.
Si traversa in quota per un breve tratto fino a congiungersi con il stradina che dovremo fare al ritorno, segnavia 569. Pochi passi e siamo alla Forcella Molon con sotto il Rifugio Rumor, chiuso d'inverno.
D'obbligo salire alla vetta del monte Campomolon seguendo al comoda strada verso sinistra.


Tratto di strada antecedente l'ingresso del forte

In prossimità di un tornante si può continuare diritti per andare a visitare l'ingresso del forte con il suo caratteristico tornante a galleria. L'accesso alle parti interne è bloccato da grate per il forte pericolo di crolli. Non è possibile salire da qui alla vetta, con la neve, per il ripidissimo breve tratto da fare in salita. Chi non se la sente fa meglio a tornare sui propri passi e continuare la salita per il giro più largo.



Dalla cima, tempestata di antenne e ripetitori, si gode una vista a 360° mozzafiato. Lo sguardo viaggia dalla pianura fino all'Adamello.

 A completare il quadro di desolazione della vetta, c'è pure il vecchio impianto della seggiovia completamente abbandonato a se stesso.

 Verso Nord-Ovest le vette occidentali dell'Altopiano di Asiago: Vezzena, Manderiolo, Larici, Portule

 Le propaggini meridionali dell'Altopiano di Asiago

Verso Sud la pianura oltre l'isolata vetta del Summano

La strada del ritorno è decisamente più tranquilla e facile da seguire. Unico punto a rischio, ma solo in assenza di tracce, poco dopo la serie di tornanti, poco prima di Malga Campomolon di Dentro, dove si deve puntare verso sinistra (da destra potrebbe esserci un arrivo della traccia che sale dal Malga Fratte d'Arsiero.
Metà della discesa avviene costantemente all'interno di un bosco di abeti rossi. Dopo un tornante conviene tagliare in discesa su disboscamento rettilineo restando sotto ad un cavo elettrico (o telefonico) fino ad arrivare alla strada provinciale in corrispondenza della macchina.




24 gennaio 2016

Barena: sospesi tra cielo e mare


 Si parte dalle cavane di Dogaletto


 Daniele Bottaro, amico d'infanzia, che ci ha regalato questa bellissima gita
Oggi quasi non si distingueva il cielo dal mare


 I grandi alberi di Giare
 Cavane da Giare verso Dogaletto
 Il martin pescatore è molto diffuso in questa zona
Cavane di Dogaletto

6 dicembre 2015

Monte Serva

Partenza: località Cargador 1035m
Punto più alto: Monte Serva 2133m
Dislivello complessivo: 1107m
Distanza: 8,15 Km
Tempo totale: circa 5h
Difficoltà: E




Giornata delle sorprese oggi.
Iniziamo con la marea di gente che ha deciso di salire sul Serva; questo proprio non ce l'aspettavamo e ci eravamo pregustato un'ascensione quasi in solitaria. Invece le moltissime auto parcheggiate ovunque ai bordi della strada (Cargador 1035m) indicano che questa montagna è gettonatissima, specialmente dai bellunesi.
Dopo un primo tratto nel bosco, la salita si trasforma subito in spettacolare e panoramica. La montagna ce l'aspettavamo ricca di vegetazione ed invece è quasi tutta una prateria che consente ampie visioni anche verso la vetta. Peccato che dopo un'oretta si sia instaurata una fascia di nuvole che ha bloccato la vista e che ci ha fatto salire un tratto avvolti nella nebbia fino alla casera Pian dei Fioc (1739m).
Da questo punto in poi è stato un susseguirsi di scorci sulle montagne circostanti che, man mano che si saliva, si stagliavano sempre di più dal mare di nuvole-foschia che invadeva tutta la valle del Piave e la Pianura Veneta.
 Vista verso Monti del Sole, Dolomiti Bellunesi e Pale di San Martino
 in fondo Pelmo, con dietro la Tofana, Cristallo, Sorapis, Antelao
dalla vetta verso i monti dell'Alpago; la valle del Piave scorre in basso

Arrivati in vetta poi (2133m), lo spettacolo verso nord con le più famose vette dolomitiche, verso ovest sui Dolomiti Friulane e le montagne dell'Alpago, verso est sui Monti del Sole, Dolomiti Bellunesi e lo Schiara.
L'ultima delle sorprese è stata quella di non aver risentito minimamente della fatica dei 1100m di dislivello; si vede che siamo in buona forma fisica.
Giro consigliato nelle stagioni fredde, dato che è sempre esposto a sud e d'estate sarebbe troppo impegnativo per il caldo. Con giornate terse si avrebbe in più la vista su tutta la Valle del Piave e probabilmente anche sulla pianura.
Il sentiero sale sempre con una buona pendenza ed è quindi adatto ad escursionisti allenati. Fortunatamente la pendenza è costante e senza strappi; una volta preso il ritmo si va su senza pensarci.
Con la neve aggiungere sicuramente 200m di dislivello o forse anche di più, dato che la strada che sale è cieca e potrebbe non essere pulita dalla neve.

Clicca qui per vedere tutte le foto fatte.

25 ottobre 2015

E' tempo di boschi

Partenza da Crosetta 1081m
Punto più alto: Casera Col dei S'Cios 1337m
Dislivello complessivo: circa 500m (numerosi sali-scendi, alcuni impercettibili)
Distanza: 15 Km
Tempo totale: circa 4h45m
Difficoltà: T-E



Partenza da Crosetta e poi via tranquilli per 8km di strada forestale fino a Candaglia, con diramazione all'ingresso dell'Abisso del Col della Rizza per registrare la traccia.
La forestale sterrata incrocia a quota 1200 la strada asfaltata che sale dal Pian del Cansiglio (divieto di accesso ai mezzi privati) e che ci fa salire ripidamente fino alla casa forestale della Candaglia (1268m).
Da Candaglia si sale ancora su forestale sterrata fino ad incrociare il sentiero CAI 991 che farebbe ritorno a Crosetta restando sempre nel bosco.
Optiamo per restare sulla forestale prendendo poi a destra verso Col dei S'Cios in ambienti aperti di pascoli costellati di innumerevoli doline (chissà quanti busi qua sotto!). Da tornarci con le ciaspe, dato che si ha un panorama stupendo sulla pianura pordenonese, se si resta sulla cresta più alta.
Inizia la discesa e dalla Casera Can de Piera fino al Rifugio Maset la strada sterrata è abbastanza noiosa e monotona dato che attraversa boschi di abeti e non ha nessun panorama.
Giriamo a destra salendo in direzione Crosetta; passato il Rifugio Maset (erroneamente indicato in mappa con "Casera") si rientra nel bosco di faggi e lo spettacolo ricomincia quando riprendiamo il sentiero 991.
Sempre in salita sul fianco del Col Grande e, superate due doline senza vegetazione, si rientra nel bosco e si percorre il più bel tratto di questo giro, fino a tornare a Crosetta. Il bosco è ben tenuto, sottobosco pulito ed alberi stupendi, con il sentiero sempre ben segnalato sui tronchi.







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6 settembre 2015

Giro del San Sebastiano

Partenza da Passo Duran 1598m
Punto più alto: Forcella la Porta 2335m
Dislivello complessivo: 976m
Distanza: 11,5 Km
Tempo totale: circa 6h
Difficoltà: EE




Splendido giro del San Sebastiano, gruppo montuoso delle Dolomiti di Zoldo poco frequentato.
Se il tratto fino alla Baita Angelini (circa 2h) è una piacevole passeggiata, la salita alla Forcella La Porta è adatta ad escursionisti esperti e ben allenati; la traccia del sentiero non è ben marcata e bisogna risalire traversando su un ripido ghiaione compatto con il sentiero appena accennato. Un breve tratto molto ripido comporta anche una arrampicata, ma poi si giunge alla forcella e le difficoltà svaniscono nella discesa verso Passo Duran.
Dalla forcella si può salire sulla facile cima del Tamer Grande (altri 200m di dislivello).
Sulla cartina Tabacco n° 25, il percorso del sentiero 524 verso Forcella La Porta è completamente sbagliato. Invece di salire direttamente alla forcella, il tracciato reale risale il Vant de le Forzele restando tutto a sinistra (anche se noi abbiamo percorso una traccia che resta al centro) per poi tagliare verso destra restando alla base della parete del Tamer Piccolo.
Poco prima di arrivare a Passo Duran, c'è un breve tratto attrezzato nell'attraversamento di un canalone: una sezione di cavo è spezzata e bisogna fare un delicatissimo passaggio esposto di qualche metro: attenzione.
Segnaliamo una altro splendido e selvaggio giro che abbiamo fatto in questo gruppo montuoso: il Viaz dei Cengioni, sempre riservato ad escursionisti esperti ed allenati.

 Lungo il sentiero che porta alla Baita Angelini si hanno splendide vedute sul Pelmo
Baita Angelini (m1680) è situata in un punto estremamente panoramico. Essa è sempre aperta ed ha sei posti letto, tavolo, camino ed acqua corrente.
 Il delicato traverso verso Forcella La Porta
 Forcella la Porta vista dal lato verso Passo Duran
Il tratto finale verso Passo Duran regala belle vedute sul Moiazza.