Partenza da Crosetta 1081m
Punto più alto: Casera Col dei S'Cios 1337m
Dislivello complessivo: circa 500m (numerosi sali-scendi, alcuni impercettibili)
Distanza: 15 Km
Tempo totale: circa 4h45m
Difficoltà: T-E
Partenza da Crosetta e poi via tranquilli per 8km di strada forestale fino a Candaglia, con diramazione all'ingresso dell'Abisso del Col della Rizza per registrare la traccia.
La forestale sterrata incrocia a quota 1200 la strada asfaltata che sale dal Pian del Cansiglio (divieto di accesso ai mezzi privati) e che ci fa salire ripidamente fino alla casa forestale della Candaglia (1268m).
Da Candaglia si sale ancora su forestale sterrata fino ad incrociare il sentiero CAI 991 che farebbe ritorno a Crosetta restando sempre nel bosco.
Optiamo per restare sulla forestale prendendo poi a destra verso Col dei S'Cios in ambienti aperti di pascoli costellati di innumerevoli doline (chissà quanti busi qua sotto!). Da tornarci con le ciaspe, dato che si ha un panorama stupendo sulla pianura pordenonese, se si resta sulla cresta più alta.
Inizia la discesa e dalla Casera Can de Piera fino al Rifugio Maset la strada sterrata è abbastanza noiosa e monotona dato che attraversa boschi di abeti e non ha nessun panorama.
Giriamo a destra salendo in direzione Crosetta; passato il Rifugio Maset (erroneamente indicato in mappa con "Casera") si rientra nel bosco di faggi e lo spettacolo ricomincia quando riprendiamo il sentiero 991.
Sempre in salita sul fianco del Col Grande e, superate due doline senza vegetazione, si rientra nel bosco e si percorre il più bel tratto di questo giro, fino a tornare a Crosetta. Il bosco è ben tenuto, sottobosco pulito ed alberi stupendi, con il sentiero sempre ben segnalato sui tronchi.
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25 ottobre 2015
9 novembre 2014
Persi tra i boschi del Faedo
Abbiamo sempre frequentato questi posti attraversandoli frettolosamente per entrare in grotta (Pisatela soprattutto). Raramente ce li siamo goduti con calma e questa volta abbiamo voluto colmare questa lacuna.
I boschi d'alta quota sono ormai già tutti spogli e per vedere i bei colori autunnali bisognava necessariamente restare a quote basse, come i 5-700m dei boschi del Faedo-Casaròn, l'altopiano situato nel comune di Monte di Malo (VI).
Purtroppo ci troviamo in una pausa di stop alle piogge di una lunga perturbazione che sta interessando il nord Italia e quindi il tempo non è dei migliori ed il sole totalmente assente. Anzi, saliti oltre quota 600, siamo stati sempre e costantemente avvolti dalle nebbie delle nuvole basse, cosa che che donato un certo fascino al bosco.
Aspetto negativo di questa zona: totale assenza di segnavia ed indicazioni per gli escursionisti! E' una zona densamente frequentata dai cacciatori e questi non amano avere intrusi che li disturbano durante il loro deplorevole passatempo. Ci sono due vie principali che corrono parallele tra le contrade Faedo e Cima: quella bassa, lungo la strada sterrata della Val delle Lore e quella alta su sentiero che corre lungo la cresta che si affaccia sulla Valle dell'Agno. "Cresta" per modo di dire, dato che tutto è molto rotondeggiante e poco definito. In mezzo ci sono parecchi sentieri e carrarecce in cui perdersi molto facilmente. E così è successo a noi. Da Faedo abbiamo percorso la Val delle Lore fino all'ingresso basso della Pisatela e poi abbiamo preso la carrareccia, che poi diventa sentiero, per arrivare in cresta. Una volta in cima, complice la nebbia, non abbiamo realizzato di essere già lì e non abbiamo visto un punto di riferimento; insomma, abbiamo preso la via per tornare indietro! Ce ne siamo accorti solo guardando la traccia del GPS e riconoscendo alcuni slarghi nel bosco visti durante un giro precedente di Alberto.
Dopo il dietro-front ed aver capito dov'eravamo, ci dirigiamo finalmente verso la nostra meta: l'ingresso alto della Pisatela. Nel frattempo incontriamo il nostro amico Armando, "vecchio" speleologo di Malo, come al solito in giro in cerca di buchi nuovi. Ci dice che possiamo pure scendere in Val delle Lore appena oltre il buso delle Parpanoie.
Dopo la merenda in baita, andiamo alla Pisatela alta per verificare il metodo d'apertura della porta che sbarra l'accesso al P50 del Pater Noster, in modo da sapere come fare nel caso decidessimo di fare la traversata.
Imbocchiamo la discesa per la via indicata da Armando ed il presentimento, avuto quando ce l'aveva indicata, diventa realtà: non dovevamo abbandonare la via vecchia per quella nuova! Infatti arrivamo in Val delle Lore ben più a valle dell'ingresso basso della Pisatela, quasi al Soglio, e ci costringe a risalire la sterrata per un bel po' di dislivello.
Arriviamo alla chiesa di Faedo che ormai è già buio, fradici di nebbia, che nel frattempo si è infittita.
Finalmente possiamo procedere allo scopo principale della giornata: andare al bar Rana e concludere la giornata con una bella birra ed un'ottima bruschetta!
I boschi d'alta quota sono ormai già tutti spogli e per vedere i bei colori autunnali bisognava necessariamente restare a quote basse, come i 5-700m dei boschi del Faedo-Casaròn, l'altopiano situato nel comune di Monte di Malo (VI).
Purtroppo ci troviamo in una pausa di stop alle piogge di una lunga perturbazione che sta interessando il nord Italia e quindi il tempo non è dei migliori ed il sole totalmente assente. Anzi, saliti oltre quota 600, siamo stati sempre e costantemente avvolti dalle nebbie delle nuvole basse, cosa che che donato un certo fascino al bosco.
Dopo il dietro-front ed aver capito dov'eravamo, ci dirigiamo finalmente verso la nostra meta: l'ingresso alto della Pisatela. Nel frattempo incontriamo il nostro amico Armando, "vecchio" speleologo di Malo, come al solito in giro in cerca di buchi nuovi. Ci dice che possiamo pure scendere in Val delle Lore appena oltre il buso delle Parpanoie.
Dopo la merenda in baita, andiamo alla Pisatela alta per verificare il metodo d'apertura della porta che sbarra l'accesso al P50 del Pater Noster, in modo da sapere come fare nel caso decidessimo di fare la traversata.
Imbocchiamo la discesa per la via indicata da Armando ed il presentimento, avuto quando ce l'aveva indicata, diventa realtà: non dovevamo abbandonare la via vecchia per quella nuova! Infatti arrivamo in Val delle Lore ben più a valle dell'ingresso basso della Pisatela, quasi al Soglio, e ci costringe a risalire la sterrata per un bel po' di dislivello.
Arriviamo alla chiesa di Faedo che ormai è già buio, fradici di nebbia, che nel frattempo si è infittita.
Finalmente possiamo procedere allo scopo principale della giornata: andare al bar Rana e concludere la giornata con una bella birra ed un'ottima bruschetta!
2 novembre 2014
Bosco del Cansiglio
Il bosco di faggi del Cansiglio è un luogo magico in qualsiasi stagione.
Lo abbiamo visitato in autunno inoltrato, quando purtroppo le foglie erano già tutte cadute, ma, con loro, il suolo aveva un tappeto color marrone che risaltava tantissimo tra questa selva di pali diritti ed illuminati dall'abbondante sole di oggi.

Temperature quasi estive ci hanno fatto mettere tutti in maglietta maniche corte: una goduria.
Dal Rifugio Vallorch siamo saliti al Villaggio Cimbro e poi su per il sentiero "S". Incrociata la Strada del Taffarel, invece di girare a destra come previsto, si è deciso di proseguire a salire lunga una forestale per poi intercettare il sentiero "H3" solo che ci siamo mezzi persi dopo che la forestale si è divisa in mille deviazioni. Ci siamo divisi alla ricerca del sentiero e, tra intuito di alcuni e mappe sul telefonino di altri, lo abbiamo trovato e seguito in un ambiente splendido di foresta incontaminata.
Arrivati al Monte Costa ci siamo finalmente goduti il panorama con spazi aperti su tutte le Dolomiti Bellunesi, Pelmo, Bosconero e tutti i monti che sovrastano l'Alpago.
Ritorno per il sentiero "R" alquanto movimentato a causa degli enormi solchi fangosi lasciati da ruspe e poi con ripida discesa "ruzzolosa" (ecco perchè sentiero "R") fino alla piana del Cansiglio.
Peccato, niente foto di gruppo. Eravamo Sandro, Simona, Massimiliano, Sara, Miguel e Boa, con questi ultimi due convinti da fare una passeggiatina per il bosco, mentre poi ci abbiamo messo 4,5 ore e 500m di dislivello!
Ottima conclusione al bar-ristorante Genziana.
Lo abbiamo visitato in autunno inoltrato, quando purtroppo le foglie erano già tutte cadute, ma, con loro, il suolo aveva un tappeto color marrone che risaltava tantissimo tra questa selva di pali diritti ed illuminati dall'abbondante sole di oggi.

Temperature quasi estive ci hanno fatto mettere tutti in maglietta maniche corte: una goduria.
Dal Rifugio Vallorch siamo saliti al Villaggio Cimbro e poi su per il sentiero "S". Incrociata la Strada del Taffarel, invece di girare a destra come previsto, si è deciso di proseguire a salire lunga una forestale per poi intercettare il sentiero "H3" solo che ci siamo mezzi persi dopo che la forestale si è divisa in mille deviazioni. Ci siamo divisi alla ricerca del sentiero e, tra intuito di alcuni e mappe sul telefonino di altri, lo abbiamo trovato e seguito in un ambiente splendido di foresta incontaminata.
Arrivati al Monte Costa ci siamo finalmente goduti il panorama con spazi aperti su tutte le Dolomiti Bellunesi, Pelmo, Bosconero e tutti i monti che sovrastano l'Alpago.
Ritorno per il sentiero "R" alquanto movimentato a causa degli enormi solchi fangosi lasciati da ruspe e poi con ripida discesa "ruzzolosa" (ecco perchè sentiero "R") fino alla piana del Cansiglio.
Peccato, niente foto di gruppo. Eravamo Sandro, Simona, Massimiliano, Sara, Miguel e Boa, con questi ultimi due convinti da fare una passeggiatina per il bosco, mentre poi ci abbiamo messo 4,5 ore e 500m di dislivello!
Ottima conclusione al bar-ristorante Genziana.
26 ottobre 2014
Giro dell'Averau, prima neve di stagione
Splendida giornata quella di oggi, ma con finale a sorpresa.
Partiamo con il bel tempo ed arriviamo in zona Falzarego che è tutto annuvolato.
Quella che pareva un spoveratina di neve, dalla webcam del Rifugio Falzarego, in realtà era una bella nevicata fresca con alcuni punti ventati che arrivava al ginocchio. Il sentiero da Col Gallina era battuto da qualcun altro fino al Lago Limedes, ma poi è toccato a noi trovarci il sentiero sbagliando non poche volte a causa dei segnavia nascosti dalla neve.
Mentre pranziamo a Forcella Averau notiamo che le nuovle si sono assestate in una striscia da quota 2900 che copre solo le punte delle cime più alte ed in alcuni punti lascia intravedere il cielo azzuro che sta dietro. Da Ovest si stanno diradando; speriamo succeda pure dove siamo noi.
Traversatina delicata sotto l'Averau, causa neve e pendenza molto ripida, e rinunciamo al giro del Nuvolau (rischio di trovare troppa neve e sentiero non battuto) ed optiamo per salire sulla sua cima. Il cielo comincia ad aprirsi ed inizia lo spettacolo da uno dei più bei punti panoramici delle Dolomiti.
Il sentiero di ritorno al Col Gallina era fortunatamente battuto e ce lo siamo goduto gustandoci tutte le tonalità del tramonto sulle pareti della Tofana di Rozes, Col dei Bos e Lagazuoi.
Arrivati all'auto di Alberto, cambiati e saliti, non si avvia. Prova e riprova, ma nulla; la batteria c'è, ma sembra non arrivi carburante (infatti sarà la pompa della benzina). Oltre mezz'ora per cercare il numero del soccorso stradale incluso nell'assicurazione e poi oltre un'ora di attesa per l'arrivo del carro attrezzi prima e del taxi che poi ci ha riportato fino a casa.
Clicca qui per vedere tutte le foto fatte
Partiamo con il bel tempo ed arriviamo in zona Falzarego che è tutto annuvolato.
Quella che pareva un spoveratina di neve, dalla webcam del Rifugio Falzarego, in realtà era una bella nevicata fresca con alcuni punti ventati che arrivava al ginocchio. Il sentiero da Col Gallina era battuto da qualcun altro fino al Lago Limedes, ma poi è toccato a noi trovarci il sentiero sbagliando non poche volte a causa dei segnavia nascosti dalla neve.
Lago di Limedes ghiacciato e sullo sfondo l'Averau - Si batte il sentiero innevato con dietro Il Sass della Stria e Passo Valparola
Mentre pranziamo a Forcella Averau notiamo che le nuovle si sono assestate in una striscia da quota 2900 che copre solo le punte delle cime più alte ed in alcuni punti lascia intravedere il cielo azzuro che sta dietro. Da Ovest si stanno diradando; speriamo succeda pure dove siamo noi.
Da Forcella Averau: sullo sfondo Civetta, Pale San Martino, Marmolada
Traversatina delicata sotto l'Averau, causa neve e pendenza molto ripida, e rinunciamo al giro del Nuvolau (rischio di trovare troppa neve e sentiero non battuto) ed optiamo per salire sulla sua cima. Il cielo comincia ad aprirsi ed inizia lo spettacolo da uno dei più bei punti panoramici delle Dolomiti.
Averau, Lagazuoi, Fanis
Un quasi 180° dal Nuvolau: da sinistra Col dei Bois, Tofane, Cristallo, Sorapiss, Croda da Lago, Formin
Lagazuoi
Il sentiero di ritorno al Col Gallina era fortunatamente battuto e ce lo siamo goduto gustandoci tutte le tonalità del tramonto sulle pareti della Tofana di Rozes, Col dei Bos e Lagazuoi.
Arrivati all'auto di Alberto, cambiati e saliti, non si avvia. Prova e riprova, ma nulla; la batteria c'è, ma sembra non arrivi carburante (infatti sarà la pompa della benzina). Oltre mezz'ora per cercare il numero del soccorso stradale incluso nell'assicurazione e poi oltre un'ora di attesa per l'arrivo del carro attrezzi prima e del taxi che poi ci ha riportato fino a casa.
Da sinistra: Sandro, Simona, Alberto, Chiara (uno dei quattro sta dormendo veramente!)
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5 ottobre 2014
Giro del Monte Formin
Fantastico giro del Monte Formin con partenza dal ponte sul Ru Corto (1708m).
Risalita la Val Formin, sul fianco occidentale della Croda da Lago, si abbandona il bosco di larici e si raggiungono i Lastoni del Formin. Essi sono delle lisce bancate gradinate e poco inclinate che rendono unico il paesaggio, dominato dalla mole delle Tofane sul fonovalle e dalle pareti della Croda da Lago a destra.
Forcella Rossa (2462m) è il punto più alto del percorso; da qui è possibile arrivare facilmente alla vetta del Monte Formin (2657m) senza sentiero (ometti).
La discesa verso Forcella Ambizzola è inizialmente ripida e merita raggiungerla per dare un'occhiata allo scenario dalla parte opposta. Ritornati sui nostri passi si prende la direzione per il Passo Giau passando per l'idilliaco paesaggio dei pascoli del Mondeval.
Nei pressi di Malga Mondeval di Sopra (2158m) si trova il macigno sotto cui è stata ritrovata la sepoltura di un cacciatore stimato di 7000 anni fa. Non ci siamo andati perchè il sentiero passa più alto in quota.
Salendo verso Forcella Giau (2360m) gli scorci sono strepitosi e non osiamo immaginare quanto bello dovrebbe essere con il bel tempo oppure d'inverno con la neve. Bellissima pure la vista dalla parte opposta della forcella.
La discesa è inizialmente un po' delicata per via della pendenza e della scivolosità. Chi volesse tornare velocemente al punto di partenza, deve tenere la destra e raggiungere la strada asfaltata fino al ponte sul Ru Torto. L'alternativa lunga è invece prendere a sinistra, con leggera salita, fino al Passo Giau e da qui in leggere discesa fino al Rif. 5 Torri e poi giù alle macchine per completare un giro grandioso in circa 7 ore.
Clicca qui per vedere tutte le foto fatte.
Risalita la Val Formin, sul fianco occidentale della Croda da Lago, si abbandona il bosco di larici e si raggiungono i Lastoni del Formin. Essi sono delle lisce bancate gradinate e poco inclinate che rendono unico il paesaggio, dominato dalla mole delle Tofane sul fonovalle e dalle pareti della Croda da Lago a destra.
Forcella Rossa (2462m) è il punto più alto del percorso; da qui è possibile arrivare facilmente alla vetta del Monte Formin (2657m) senza sentiero (ometti).
La discesa verso Forcella Ambizzola è inizialmente ripida e merita raggiungerla per dare un'occhiata allo scenario dalla parte opposta. Ritornati sui nostri passi si prende la direzione per il Passo Giau passando per l'idilliaco paesaggio dei pascoli del Mondeval.
Becco di Mezzodì con il sentiero che sale a Forcella Ambizzola dal Rif. Palmieri
Pascoli di Mondeval con Becco di Mezzodì e Pelmo
Nei pressi di Malga Mondeval di Sopra (2158m) si trova il macigno sotto cui è stata ritrovata la sepoltura di un cacciatore stimato di 7000 anni fa. Non ci siamo andati perchè il sentiero passa più alto in quota.
Salendo verso Forcella Giau (2360m) gli scorci sono strepitosi e non osiamo immaginare quanto bello dovrebbe essere con il bel tempo oppure d'inverno con la neve. Bellissima pure la vista dalla parte opposta della forcella.
La vista verso Passo Giau
La discesa è inizialmente un po' delicata per via della pendenza e della scivolosità. Chi volesse tornare velocemente al punto di partenza, deve tenere la destra e raggiungere la strada asfaltata fino al ponte sul Ru Torto. L'alternativa lunga è invece prendere a sinistra, con leggera salita, fino al Passo Giau e da qui in leggere discesa fino al Rif. 5 Torri e poi giù alle macchine per completare un giro grandioso in circa 7 ore.
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22 ottobre 2010
Una scappata in Cansiglio
Che bello andare in giro durante la settimana invece di andare a lavorare!
Pomeriggio libero; che si fa? Un'oretta di autostrada ed andiamo a vedere l'autunno in Cansiglio, via!
Passiamo prima per le Grotte del Caglieròn a Fregona, dato che era una vita che non ci andavamo. Sempre molto suggestive.
Saliamo poi sulla vetta del Monte Pizzoc a gustarci il panorama sulla piana del Cansiglio circondata dai suoi splendidi boschi.
In primo piano i boschi del M. Millifret, a destra la Piana del Cansiglio, sullo sfondo la catena dei monti dell'Alpago.
Scendendo, ci siamo poi abbandonati a girovagare senza meta dentro un bosco di faggi.
Pomeriggio libero; che si fa? Un'oretta di autostrada ed andiamo a vedere l'autunno in Cansiglio, via!
Passiamo prima per le Grotte del Caglieròn a Fregona, dato che era una vita che non ci andavamo. Sempre molto suggestive.
Saliamo poi sulla vetta del Monte Pizzoc a gustarci il panorama sulla piana del Cansiglio circondata dai suoi splendidi boschi.
In primo piano i boschi del M. Millifret, a destra la Piana del Cansiglio, sullo sfondo la catena dei monti dell'Alpago.
Scendendo, ci siamo poi abbandonati a girovagare senza meta dentro un bosco di faggi.
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